lunedì 10 marzo 2008

rimonte/ Inter-Aston Villa


Diciamo la partita che tutti si ricordano e che portano come esempio. Di seguito il racconto di CQ.

Da che sono stato capace di intendere e volere e di masticare nerazzurro il rapporto della mia, della nostra squadra del cuore è sempre stato molto tumultoso con il palcoscenico europeo. Nel 1990, i cuori nerazzurri, dopo lo scudetto dei record del Trap, avevano subito la delusione dell'eliminazione al primo turno dell'allora ancora Coppa dei Campioni con il Malmoe. Nella stagione 1990-91 il palcoscenico europeo ci vede protagonisti nella Coppa UEFA, allora competizione difficoltosa con tutte le grandi d'Europa che non avevano vinto il loro campionato a battersi per il trofeo. La sbornia di calcio del mondiale italiano aveva lasciato in eredità un prato di San Siro indecoroso, tanto che il primo turno della Coppa l'Inter lo giocò a Verona, rimontando ai supplementari il 2-1 subito in Austria.
I sedicesimi di finale riservano subito una sfida difficile quanto affascinante, la compagine inglese dell'Aston Villa, ma l'organico dell'Inter è assolutamente competitivo per puntare alla conquista del trofeo, quindi l'avversario merita rispetto ma non abbiamo timore. Il 24 ottobre 1990 i nerazzurri scendono in campo al Villa Park di Birmingham, ma non è una serata magica per i nostri colori, dopo un quarto d'ora di gioca Zenga deve raccogliere in rete il pallone di Nielsen, nel secondo tempo la musica non cambia ed un'astro nascente del calcio europeo, David Platt, arrotonda il punteggio per i Villan's.
0-2. Risultato peggiore non poteva esserci, nessun gol segnato in trasferta, una rimonta ardua per compiere la quale l'imperativo è non subire gol, cosa che all'Inter di questo inizio stagione non sembre riuscire semplicissima.
Ma sulla panchina di quell'Inter siede Giovanni Trapattoni da Cusano Milanino, un allenatore che sa motivare i suoi calciatori come pochi altri al mondo, senza dimenticare che tra i suoi giocatori può vantare campioni del calibro di Matthaus, Klinsmann, Brhme, Berti, Zenga, e tutti gli altri che completano la rosa. Il "Trap" carica l'atmosfera, chiama a raccolta il popolo nerazzurro per far diventare il Meazza una vera bolgia infernale, ed infatti il 7 novembre lo stadio è esaurito, anche il nuovo terzo anello inaugurato per i mondiali.
Io ho compiuto da un paio di mesi i 19, compro un paio di biglietti secondo anello arancio e vado allo stadio col mio papà, tiepido tifoso juventino, ma che mi ha fin da bambino portato sempre allo stadio assecondando il mio amore per l'Inter, squadra per la quale tifava il suo papà.
L'atmosfera di SanSiro nelle serate europee è magica, la gente ha voglia di impresa, i cori della curva vengono seguiti da tutto lo stadio, i tifosi vogliono trasmettere una carica incredibile agli undici schierati da Trapattoni: Zenga, Bergomi, Brehme, Berti, Ferri, Battistini, Bianchi, Pizzi, Klinsmann, Matthaus, Serena recita lo speaker dello stadio. A casa invece i fratelli nerazzurri che non hanno potuto essere a SanSiro seguono le gesta guidati dalla mitica voce di Pizzul.
Al fischio d'inizio un boato accompagna i giocatori dell'Inter che danno l'avvio al match, ed è un avvio esaltante, perchè al settimo minuto su un lancio di Battistini dalla nostra tre quarti, Jürgen Klinsmann si incunea nella difesa avversaria, entra in area, subisce una carica dal difensore, ma mentre cade riesce a trovare, come solo lui sa fare la coordinazione, segnando l'1-0!
Festa grande sugli spalti, l'Inter attacca, schiaccia gli avversari nella metà campo ma al riposo il risultato è sempre quello. L'Inter ha speso molto, ma serve ancora un forcing ad inizio secondo tempo, il Trap lo sa e carica i suoi, un altro gol entro il quarto d'oro significherebbe il pareggio virtuale e l'inizio di una partita secca di mezzora.
Il grande Lothar Matthaus guida la carica dei nerazzurri, proprio il cingolato teutonico al sedicesimo del secondo tempo, proprio allo scadere di quel limite fissato dal Trap, calcia una punizione dalla destra dell'area, il pallone viene spizzato di testa da Pizzi che lo fa arrivare sul secondo palo, poco fuori dall'area piccola dove è appostato Nicolino Berti, l'idolo della curva, che non ci pensa due volte, calcia di controbalzo di sinistro, insaccando nell'angolino alla sinistra del portiere. SanSiro esplode, situazione ristabilita come dirà Pizzul in telecronaca.
La squadra ci crede, i tifosi anche e sostengono a gran voce i ragazzi, l'Aston Villa invece comincia a non crederci più, c'è nell'aria la sensazione, palpabile che il gol decisivo sia solo questione di minuti, ed infatti a poco più di un quarto d'ora dal triplice fischio un lungo rilancio di Brehme serve Pizzi sulla fascia sinistra, il centrocampista tenta il cross, la palla è respinta ma gli resta tra i piedi, ritenta il traversone, è un pallone alto, che scende all'altezza del secondo palo dove è appostato Sandrino Bianchi che con una volèe di destro insacca il gol qualificazione.
Nel finale Klinsmann spreca una palla d'oro per il gol della sicurezza ma per gli inglesi non c'è scampo, rimonta doveva essere e rimonta è stata, esulto felice sugli spalti, abbracciando il babbo (che tifa tutte le italiane in coppa.... come cavolo farà....) e tutti quelli che mi sono vicini, abbiamo assistito ad un'impresa, fuori dallo stadio mi fermo alle bancarelle per comprare il gagliardetto commemorativo della partita: IO C'ERO e voglio un cimelio.
Sulla parete dello studio tra i miei mille gadget sportivi c'è posto giusto per un altro gagliardetto....CI CREDIAMO.

domenica 9 marzo 2008

cari fottutissimi amici/ La Stampa: Inter, ombre sulla festa

Beh da che parte stia La Stampa si sa, d'altra parte come non comprendere la necessità di portare a casa uno stipendio sperando che si continuino a vendere macchine, ah già che in caso contrario arrivano gli incentivi sulle rottamazioni...
Miseri servi del potere.
leggi qui

chissenefrega/ Anche De Rossi rompe i coglioni

Peccato, di suo mi piaceva.
l'articolo dal corriere dello sport leggi qui

roadtoSanSiro/ Erano ribelli


Piccola premessa: ci sono momenti in cui è lecito, se non doveroso, lasciare che l'emozione prenda il sopravvento, spalancare la bocca e rimanere abbagliati dal sentimento, non aver paura di commuoversi e lasciare che retorica, sentimentalismo ed anche eventi apparecchiati a dovere per scatenare tutto ciò facciano il loro compito senza che ce ne vergognamo, senza pensare sempre a "quello che c'è dietro", senza la corazza spesso utile del cinismo.

Mi sono commosso.
Quando quel ragazzo, con cui trascorsi anche un'estate da amico, solo, in mezzo ad 80.000 persone e sulle spalle il peso di un'eredità orgogliosa ha cominciato a parlare.

Hanno scelto per noi, i colori del cielo e della notte,
Sono passati 100 anni e li ringraziamo ancora,
per aver fondato l'INTERNAZIONALE FOOTBALL CLUB.

Era la sera del 9 Marzo 1908, erano poco più di 40,
oggi siamo milioni.

Si radunarono nel cuore di Milano, al ristorante l'Orologio.
Erano ribelli, avevano un sogno:
dare la possibilità a tutti, italiani e stranieri,
di giocare a calcio per la stessa bandiera,
Neroazzurra.

Sono passati 100 anni da quella sera,
100 anni di passione, di bellezza, 100 anni di attese, di fantasie,
100 anni di sfide, di vittorie e di orgoglio, di tantissimo orgoglio

Questa è la notte della memoria, e la notte del futuro,
del filo che unisce i campioni di ieri, di oggi e di domani.
E' la notte che sognavano in quel lontano 9 Marzo,
e che noi regaliamo ai nostri bambini.
E' la notte di tutti gli interisti, piccoli e grandi, vicini e lontani.

Per 100 di questi giorni, per 100 di queste emozioni
per sempre, solo Inter.

Con i colori del cielo della notte,
infinito amore, ETERNA SQUADRA MIA.

Mi hanno commosso le parole, le parole che uscivano da quella bocca, la persona che le porgeva a noi con la serenità così uguale a quella di sua padre.
Mi ha commosso la semplicità, il senso di appartenere a quelle parole ed anche un po' a quella persona: c'erano racchiuse la mia vita da tifoso e la mia gioventù, mi sono commosso anche quando mia moglie mi ha chiesto se era lui "il Facchetti" che avevo battuto a bigliardino 7-0 tanti anni fa. Si era lui.

Mi sono commosso a vedere entrare sul campo gli idoli di mio zio e quelli che per ragioni anagrafiche sono miei, ma anche quelli che non conoscevo o quelli che avevo conosciuto solo sugli almanacchi.

Mi sono commosso per le parole dettate dal cuore di un uomo di 91 anni, Antonio Caracciolo, che vuol portare in Paradiso l'Inter, Antonio speta un mument, lassa che la te porta l'Inter in Paradis!

Mi sono commosso, non mi vergogno.
Buon compleanno fratelli.

roadtoSanSiro/ Politically uncorrect

Finalmente!
Dopo anni passati a sentire da avversari e stampa che Moratti era un signore, quasi a volerlo consolare e prendere in giro per la sua correttezza e gli scarsi risultati della squadra, adesso Moratti ha perso questa aurea di martire "sciocco", il gesto dell'ombrello con annesso vaffanculo rifilato al coniglio ingrato nel derby di ritorno diffuso in mondovisione (ha solo espresso quello che pensavamo tutti) biasimato dal Barnum mediatico i continui sassolini che uscivano dalle sue scarpe nel corso della stagione ed infine il colpo di grazia: l'intervento alla festa degli Inter club per il centenario con la rivendicazione di essere stati sempre corretti.
Si è giocato quel poco di "compassione" che restava, meglio così.
Non ci serve compassione, non vogliamo che ci guardino con accondiscendenza se perdiamo o come bimbi stupidi se vinciamo.
Vogliamo essere cattivi, antipatici e scorretti (ci siamo capiti, non alla maniera Fiat).
Odiateci, ci fa stare bene.

rimonte/ Inter - Sampdoria 3-2

Manca poco, ci giochiamo i carichi.
9 gennaio 2005 la prima Inter di Mancini reduce da una serie di pareggi incredibile si trova sotto 2-0 in casa con la Samp a secondi dalla fine più recupero.
ObaOba "sguincia" centrale e di esterno fa 1-2, c'è tempo anche per il pareggio; palla in area che sempre Oba stoppa e quando sembra stia per uscire riesce a rimettere in mezzo, Vieri può appoggiare per il pari, bolgia a San Siro e la squadra ci crede e assale una Samp che si caga letteralmente addosso fino al momento in cui esce dall'area una palla che il Chino infila di sinistro a fil di palo.
L'Albi sulle gradinate della Nord rischia di restarci secco e comincia a piangere, lo zio Tranquillo torna a casa dopo sei ore cinque delle quali passate a guardare la porta in cui si era infilato il pallone e Scarpini conia la nostra parola d'ordine: NULLA E' IMPOSSIBILE PER QUESTA INTER.
L'inizio di un bel periodo.

sabato 8 marzo 2008

cari fottutissimi amici/ anche per loro

Si avvicina la data e l'acredine, talvolta solo la becera ignoranza travestita da finta simpatica goliardia comincia ad uscire fuori.
Stavo guardando sulle tv locali milanesi dopo la partita per cogliere brandelli della festa e la cosa che mi ha DEFINITIVAMENTE schifato di questi pseudo addetti ai lavori è stata la TOTALE mancanza di rispetto nei confronti di tutti i tifosi nerazzurri e della società.
E' la nostra festa: lasciateci stare. Non ce ne frega un cazzo dell coppe di Mauro Suma, noi oggi festeggiamo anche se avessimo la bacheca vuota, noi non chiediamo rispetto, lo ESIGIAMO!
BUFFONI.

cari fottutissimi amici/ E ci mancava lui!

C'è un personaggino che non perde mai occasione per dimostrare quanto sia caduto in basso il giornalismo sportivo nazionale soprattutto quando è giornalismo schierato con l'aggravante del leccaculismo probabilmente non richiesto.
Questo il Comunicato stampa da lui redatto sul sito del Milan:

Dichiarazioni non eleganti. Comunque molti auguri. Ecco il testo integrale del Comunicato ufficiale dell'A.C.Milan:

Le dichiarazioni rese da Massimo Moratti al Teatro Smeraldo di Milano non sono certamente eleganti e denunciano una memoria cortissima quando negano che l’Inter abbia avuto problemi con la giustizia sportiva ed anche una notevole imprecisione quanto alla collocazione dell’Inter.
Nonostante il comprensibile affetto che Massimo Moratti nutre per la sua squadra, pare in effetti davvero azzardato affermare che essa “è considerata da sempre la squadra di prestigio di Milano”, quando c’è altra squadra che ha vinto assai di più in Italia e in campo internazionale.
Ironia vuole poi che queste affermazioni giungano proprio nel giorno in cui al Milan, che sarebbe l’altra squadra, è stato attribuito dal CONI il Collare d’oro, la massima onorificenza sportiva che viene attribuita alle società che hanno onorato la storia dello sport italiano.
Comunque molti auguri ai cugini neroazzurri ed all’Inter per i suoi 100 anni.

Questo il personaggino:


Come si dice? Simpatico come un gatto attaccato ai maroni...

coincidenze/ che sia lei?


Nel film Febbre a 90' il protagonista indossa durante le partite una maglia dell'Arsenal anni '70 col numero 7. Andando a Londra ho scoperto che i vari negozi delle squadre hanno effettivamente sempre nel loro catalogo queste maglie vintage (da noi chiaramente non esiste questa buona cosa).
Per mia fortuna esiste una società inglese che produce maglie vintage di moltissime squadre europee e britanniche (la Toffs, tanto non è pubblicità, la conosciamo tutti).
Dopo un paio d'anni di "annusamento" ho deciso nel 2006 di comperare quella nella foto (quella dei due scudetti consecutivi con Foni in panchina) perchè mi piaceva con i laccetti ed ha quel tocco old style con lo scudettone ricamato. Numero sulla schiena 8, perchè mi piaceva, pensavo fosse quello di Skoglund, ma penso di aver cannato.
Resta il fatto che ormai è diventata la maglia da "casa" e per estensione da partita.
Le scorse settimane è incappata in un lavaggio e per sostituirla ho messo quella degli All Blacks (che mi stanno sulle palle), un po' anche per non essere schiavo della scaramanzia.
Risultato: al momento l'ho su e anche se sporchissima mi guarderò bene dal farla incappare in un lavaggio e se anche dovesse farò come ho sempre fatto: andrò a prenderla dal cesto dei panni sporchi o in alternativa da quello dei panni da stirare, posso arrivare anche a metterla su bagnata.

rimonte/ UEFA 1997/98

Poteva essere l'anno dello scudetto 14, è stato l'anno di Iuliano, Ceccarini e, ammettiamolo, dei 6 punti persi in casa con Bari e Bologna. E' stato il primo anno di Ronaldo, l'unico, l'ultimo forse, in cui si è fatto vedere per un'intera stagione.
Una delle Inter più simpatiche con GigiSimoni in panca, lo Zio a capo della retroguardia, Checco Moriero fantascientifico sulla destra, il Cholo in mezzo al campo e Ronaldo con Ivan Zamorano là davanti.
C'è stato un momento tra ottobre e la sconfitta prima della sosta natalizia con l'Udinese (1-0 Bierhoff al 90') in cui la squadra sembrava imbattibile e soprattutto in coppa capace di ribaltare ogni risultato.
Come finì ce lo ricordiamo: 3-0 alla Lazio al Parco dei Principi ZamoranoZanettiRonaldo, ma proprio dopo il primo turno ci furono due partite con due squadre francesi (un Lione non ancora potenza europea, ma con già i prodromi del progetto ed uno Strasburgo che all'epoca diceva la sua.
16imi Inter-Olympique Lyon
L'Inter gioca la coppa con una orrenda maglia a strisce grigio-nere orizzontali (purtroppo anche la finale) per omaggiare lo sponsor.
Perde a San Siro 2-1 con una rete del giovanissimo Giuly, pareggiata da Ganz e gol su rigore a dieci minuti dalla fine.
Al ritorno si capisce subito che tira un'altra aria: al 9' subito Moriero mette la partita nella giusta direzione, al primo della ripresa Benoit Cauet fa lo 0-2 qualificazione, ma è sempre l'Inter è sempre pazzaInteramala e venti minuti dopo il Lione riporta la situazione in parità tra nadata e ritorno, ma è proprio perchè è l'Inter che Moriero non aspetta più di due minuti per fare il 3-1 che ci manda avanti.
8vi Inter-Strasburgo.
Andata in Francia e bambola tremenda. 2-0 per lo Strasburgo.
Ancora una volta il ritorno è subito indirizzato nella giusta direzione: Ronaldo in combinazione con Djorkaeff fa l'1-0, ad inizio ripresa Zanetti da fuori infila (vedi video)

ed infine è il Cholo a darci il gol qualificazione con una bella azione.

Una bella Inter quella che aveva tutto al posto giusto, peccato che non abbia potuto brillare come meritava, anche se quella Coppa Uefa fu una vera goduria.

giovedì 6 marzo 2008

Pauuuuuul!

Così grida all'amico che era sceso a vedere chi avesse suonato proprio nei minuti finali di Liverpool-Arsenal (coincidenza?) nel film Febbre a 90', trasposizione sul grande schermo del libro, o meglio di un preciso episodio deil libro di Nick Hornby.
Stagione 1988/89, l'Arsenal è a digiuno da 18 anni dal titolo di Campione d'Inghilterra, sembra la stagione buona quando i Gunners sembrano gettare tutto al vento nelle ultime giornate.
Rimane da recuperare la partita col Liverpool (rinviata per la tragedia che vide morire 93 persone in occasione della semifinale di FA Cup allo stadio Hillsborough di Sheffield) che comanda la classifica di 3 punti: per diventare Campione l'Arsenal deve vincere ad Anfield con due reti di scarto.
Questo l'epilogo nel film:

Ricordo di aver visto la partita in diretta sull'allora tele+2, ma solo leggendo il libro e vedendo il film, in ordine inverso, capii a fondo la straordinarietà dell'evento. Michael Thomas, autore della rete del 2-0, divenne "the history man", anche se successivamente vestì proprio la maglia dei Reds.
Nel libro, come nel film il calcio viene visto dal lato e dalla visuale del tifoso e proprio per aver saputo rendere in parole ed immagini questi sentimenti Febbre a 90' è diventato un cult.
Certo, come dice Colin Firth, il protagonista, alla fine del film momenti alla Michael thomas sono rari non solo nella vita, ma anche nel calcio.
Questa parte del film e del libro sono una sorta di manifesto del tifoso e la spiegazione della sua irrazionale passione.

mercoledì 5 marzo 2008

roadtoSanSiro/ Solo l'Inter


A noi interessa solo l'Inter, vogliamo soffrire, gioire se possibile, solo per l'Inter, le emozioni di seconda mano non ci interessano, le lasciamo a chi l'11 marzo 2008 aspetterà che esca il risultato da lui sperato per rompere i coglioni come successo domenica.
Noi siamo troppo Inter e degli altri non ci interessa.
I'm sure that Nick Hornby tonight will go to bed happy ;-)
Vabbè, semel in anno.

martedì 4 marzo 2008

rimonte/ UEFA 2000/01


Un piccolo omaggio ad un'Inter non da "corsa" in una stagione infelice, 2000-2001, reduce dall'incubo Helsingoborg e liberatasi da Marcello Lippi da poco tempo, data per la transizione, quante in quegli anni, a Tardelli e conclusasi con una stagione andata totalmente a puttane e non solo lei...
Un Inter di Cirillo, Ferrari, Blanc, Farinos, Hakan Sukur che a mente fredda giustificano il perchè di risultati a volte disastrosi (tanto non lo dico quanto finì il derby).
C'è stato in quella stagione un angolino tra novembre e Sant'Ambrogio in cui questi gregari hanno tenuto a galla in Europa, la già declassata Europa dell'UEFA.
Trentaduesimi Inter-Vitesse Arnhem
All'andata 0-0 casalingo, ma è un Inter che ha ancora ambizioni e non può pensare di uscire contro la squadra olandese famosa solo per avere il campo con le ruote che esce dalla stadio, invece nel ritorno, 9 novembre 2000, a dieci dalla fine siamo sotto ed è Simic a salvarci in, quella che i giornalisti chiamano "una delle sue rare incursioni offensive", diagonale destra-sinistra, 1-1 e turno superato con angoscia.
Guarda il video del gol tratto da inter.it
Sedicesimi Inter-Herta Berlino
Questa volta lo 0-0 d'andata è in Germania, ritorno che si presenta semplice (sempre all'epoca) in una data però infausta e simbolo di brutti ricordi: 7 dicembre, la festa del Santo Patrono.
Ero in Val Gardena e seguii la gara da un televisore che aveva solo quel canale in lingua italiana. Il gol di Recoba all'inizio sembrava aver messo a posto una serata di possibili paturnie, ma sappiamo che con l'Inter non è mai stato facile ed infatti a dieci minuti dall'inizio del secondo tempo arriva il pareggio. Panico: adesso solita inculata, 1-1 e siamo a casa. Mancano spiccioli di partita ed arriva una palla dalla trequarti ad un Hakan Sukur liberissimo al limite dell'area, stop a seguire, stop sbagliato dicono i maligni, e punta a spingere la palla oltre il portiere in uscita e gol da sospiro di sollievo.
il video del gol tratto da inter.it
Per quella stagione tutto si fermò qui, ma ci fa piacere rendere onore anche a quell'Inter.

lunedì 3 marzo 2008

roadtoSanSiro/ EMOZIONI CHE FANNO BRILLARE GLI OCCHI

buongiorno cuori neroazzurri,
ieri sera non è andata bene,ma non fa nulla,l'importante è stare sempre compatti e alla fine vedremo.
In questa settimana compiamo 100 anni e poi martedi' ci sarà il match che tutti noi aspettiamo.
La mia speranza è che i nostri volti possano essere
bagnati dalle lacrime di gioia che cadranno dagli occhi...
Perchè l'INTER ci da anche questo ci fa piangere rendendo ancorapiu' forti ed indelebili le emozioni che ci regala...
Qui sotto sono io quando abbiamo fatto l'uno a zero a Siena...
CONTINUIAMO A CREDERCI E FAR SENTIRE UNITI I NOSTRI CUORI..
CIAO ALBY

roadtoSanSiro/ Sempre meno


Non solo i giorni che mancano alla partita decisiva, ma anche i giocatori che al momento sono disponibili. Caduti a Napoli, gol di Zanetti contro la Roma a questo punto sempre più pesante, ma anche altra X rossa di fianco ad un giocatore, ancora un difensore e che difensore.
La spalla ballerina di Chivu è partita ancora (chi soffre di queste cose sa che uscita forte una volta, ogni tanto esce per un giretto) e se prima eravamo tranquilli di avere un difensore all around come lui, adesso la faccenda si fa pensierosa.
Ormai non si riesce più a star dietro alla lista di giocatori che sono indisponibili, in via di recupero, a mezzo servizio, in attesa di primo impiego e quant'altro. E' vero che dovendo segnare tre gol al Liverpool, la difesa potrebbe non essere necessaria, ma questa è solo una boutade per cercare di sopravvivere ad un periodo davvero tremendo.